sabato 15 aprile 2017

Parla il Sindaco: la questione dissesto economico





Sindaco, girano voci allarmistiche circa la situazione economica del nostro Comune e sull’intransigenza della Corte dei Conti. Vuole dirci un po’ la situazione reale su questo aspetto che da un po’ ci tiene col fiato sospeso?
Purtroppo sono costretto a ripetere quanto già ho detto nel passato. Ma ho il dovere di dirlo perché nell’ultimo incontro con la Corte dei Conti la tensione è cresciuta relativamente al piano di riequilibrio presentato per gli anni 2013-2014-2015. È cresciuta perché quel piano, da noi all’epoca bocciato quando eravamo in Minoranza, oggi ricade sulla nostra Amministrazione e la Corte dei Conti chiede a noi il rendiconto del mancato incasso di quei 7 milioni di euro di disavanzo allora dichiarati.
La Corte dei Conti non riconosce che quel piano e il mancato riequilibro è dovuto essenzialmente ai precedenti Amministratori?
Si lo riconosce, ma per la Corte dei Conti è il Comune a dover sempre dare le risposte alle sue richieste, indipendentemente da chi amministra. Per la Corte dei Conti c’è continuità amministrativa, per cui se un Amministratore crea un grosso debito e non viene riconfermato dai cittadini, è la nuova Amministrazione che dovrà accollarsi quel debito e pagarlo, pena la dichiarazione del dissesto.
Forse in questo senso lei dice che la tensione è cresciuta tra l’Amministrazione e la Corte dei Conti?
Sì esattamente. La Corte dei Conti è come se dicesse: “l’Amministrazione precedente ha presentato un piano di riequilibro nel 2013, ma, poiché questo piano non è stato attuato, ora chiediamo a voi di riparare questa mancata attuazione del riequilibro e se non riuscirete a farlo, il Prefetto può imporvi il dissesto”.
Conti alla mano, che cosa vi contesta la Corte dei Conti?
Ironia della sorte ci contesta che il piano di ammortamento proposto dalla Giunta Capezzuto e per il quale noi votammo contro, non ha generato il risanamento. Tale mancanza viene addebitata a noi, nonostante abbiamo fatto presente che, insediandoci il 2 giugno 2015, non abbiamo solo trovato i 7 milioni di euro ma addirittura altri 17 milioni di massa passiva, per i quali abbiamo presentato il piano di riequilibro in 30 anni. In un solo anno e mezzo siamo riusciti a recuperare 2 milioni e 300.000 Euro tagliando spese e riducendo servizi.
Ma in che modo l’Amministrazione precedente prevedeva di coprire quei sette milioni?
Con le vendite del patrimonio: porto, case, giardini. Sperava di coprire almeno 6 milioni di Euro e poi il resto con altre soluzioni. In realtà quando hanno lasciato la guida del paese non avevano riequilibrato niente, anzi. I debiti si erano aggravati di altri 17 milioni di Euro. Come sappiamo tutti le vendite non sono espedienti sicuri. Spesso le aste vanno deserte per cui non riuscirono a coprire il disavanzo e anche noi, subentrati a giugno, abbiamo fino ad oggi recuperato solo le briciole. Pertanto rischiamo il dissesto pur non essendone responsabili.
Questo naturalmente mette in allarme la popolazione.
Siamo tutti in allarme, anche perché ci dispiace molto che questa tegola cada in un momento in cui si cominciano a vedere i primi frutti di una politica di grande rigore, che ci permette oggi di mantenere gli impegni fondamentali come il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali.
Non c’è verso di uscire da questo pericolo?
Unica speranza ci viene offerta dalla legge che prevede di presentare un nuovo piano di riequilibrio entro il 31 maggio. In tal caso noi potremmo spalmare questi 7 milioni di euro in 30 anni insieme ai 17 milioni che abbiamo trovato e di cui non siamo responsabili.
Tra quando si saprà il responso della Corte dei Conti?
Fra una ventina di giorni. Speriamo di poter avere questa chance del 31 maggio.

da VivereProcida

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