Sindaco, girano voci allarmistiche circa la situazione economica
del nostro Comune e sull’intransigenza della Corte dei Conti. Vuole dirci un
po’ la situazione reale su questo aspetto che da un po’ ci tiene col fiato
sospeso?
Purtroppo sono costretto a ripetere quanto già ho detto nel
passato. Ma ho il dovere di dirlo perché nell’ultimo incontro con la Corte dei
Conti la tensione è cresciuta relativamente al piano di riequilibrio presentato
per gli anni 2013-2014-2015. È cresciuta perché quel piano, da noi all’epoca
bocciato quando eravamo in Minoranza, oggi ricade sulla nostra Amministrazione
e la Corte dei Conti chiede a noi il rendiconto del mancato incasso di quei 7
milioni di euro di disavanzo allora dichiarati.
La Corte dei Conti non
riconosce che quel piano e il mancato riequilibro è dovuto essenzialmente ai
precedenti Amministratori?
Si lo riconosce, ma per la Corte dei Conti è il Comune a dover
sempre dare le risposte alle sue richieste, indipendentemente da chi amministra.
Per la Corte dei Conti c’è continuità amministrativa, per cui se un
Amministratore crea un grosso debito e non viene riconfermato dai cittadini, è
la nuova Amministrazione che dovrà accollarsi quel debito e pagarlo, pena la
dichiarazione del dissesto.
Forse in questo senso lei dice
che la tensione è cresciuta tra l’Amministrazione e la Corte dei Conti?
Sì esattamente. La Corte dei Conti è come se dicesse:
“l’Amministrazione precedente ha presentato un piano di riequilibro nel 2013,
ma, poiché questo piano non è stato attuato, ora chiediamo a voi di riparare
questa mancata attuazione del riequilibro e se non riuscirete a farlo, il
Prefetto può imporvi il dissesto”.
Conti alla mano, che cosa vi
contesta la Corte dei Conti?
Ironia della sorte ci contesta che il piano di ammortamento
proposto dalla Giunta Capezzuto e per il quale noi votammo contro, non ha
generato il risanamento. Tale mancanza viene addebitata a noi, nonostante
abbiamo fatto presente che, insediandoci il 2 giugno 2015, non abbiamo solo trovato
i 7 milioni di euro ma addirittura altri 17 milioni di massa passiva, per i
quali abbiamo presentato il piano di riequilibro in 30 anni. In un solo anno e
mezzo siamo riusciti a recuperare 2 milioni e 300.000 Euro tagliando spese e
riducendo servizi.
Ma in che modo
l’Amministrazione precedente prevedeva di coprire quei sette milioni?
Con le vendite del patrimonio: porto, case, giardini. Sperava di
coprire almeno 6 milioni di Euro e poi il resto con altre soluzioni. In realtà
quando hanno lasciato la guida del paese non avevano riequilibrato niente,
anzi. I debiti si erano aggravati di altri 17 milioni di Euro. Come sappiamo
tutti le vendite non sono espedienti sicuri. Spesso le aste vanno deserte per
cui non riuscirono a coprire il disavanzo e anche noi, subentrati a giugno,
abbiamo fino ad oggi recuperato solo le briciole. Pertanto rischiamo il
dissesto pur non essendone responsabili.
Questo naturalmente mette in
allarme la popolazione.
Siamo tutti in allarme, anche perché ci dispiace molto che
questa tegola cada in un momento in cui si cominciano a vedere i primi frutti
di una politica di grande rigore, che ci permette oggi di mantenere gli impegni
fondamentali come il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali.
Non c’è verso di uscire da
questo pericolo?
Unica speranza ci viene offerta dalla legge che prevede di
presentare un nuovo piano di riequilibrio entro il 31 maggio. In tal caso noi
potremmo spalmare questi 7 milioni di euro in 30 anni insieme ai 17 milioni che
abbiamo trovato e di cui non siamo responsabili.
Tra quando si saprà il responso
della Corte dei Conti?
Fra una ventina di giorni. Speriamo di poter avere questa chance
del 31 maggio.
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