domenica 30 aprile 2017

Raffaele Cananzi: Tutti responsabili di tutti

Il mio incontro con Raffaele Cananzi nel maggio 2015 a Procida
E’ tempo di una rigenerazione democratica…che ci rigeneri a una cittadinanza democratica che vinca l’indifferenza e l’apatia e con ragione e passione ci porti ad essere “tutti responsabili di tutti”, tutti chiamati a partecipare attivamente e nella quotidianità alla cosa pubblica, perché ciascuno smetta di guardare esclusivamente il proprio particolare e si prenda carico, per la sua piccola parte, del bene comune.


Raffaele Cananzi

venerdì 21 aprile 2017

Riflessioni ... sul Piano Mobilità Comunale

Procida: la Piazza di Terra Murata
La discussione in merito alla mobilità a Procida ha stimolato molti commenti ai quali ritengo opportuno dare qualche risposta in più.
Quando si parla di divieti, i cittadini sentono limitata la propria libertà e legittimamente si esprimono, anche in maniera molto critica. Tuttavia devo sottolineare che i sacrifici che si chiedono ai singoli vengono compensati dal beneficio che ne abbiamo come collettività. Quando dobbiamo parlare bene di Procida tutti proponiamo l'immagine dell'isola libera dai veicoli che realizziamo nel periodo pasquale. Ciò dimostra che tutti siamo consapevoli di qual è l'obiettivo ma dissentiamo sul come arrivarci.

Qualcuno ha obiettato che l'Amministrazione si muove a caso, non avendo commissionato un Piano traffico ad un esperto di mobilità. A tal proposito devo mettere a fattor comune che nel recente passato un Piano è stato elaborato da un tecnico esterno che formulò le stesse proposte che negli anni sono state adottate. Cercherò questo documento e lo condividerò per dimostrare che, purtroppo, non basta pronunciare la formula magica per risolvere il traffico sull'isola.

L'Amministrazione si sta muovendo in questo modo:
1) innanzitutto stiamo cercando di far applicare il Codice della Strada. Per esempio abbiamo eliminato le aree di sosta che nel passato erano state disegnate sulle corsie delle strade a doppio senso: via Libertà, via Giovanni da Procida. A via IV Novembre, per lasciare la possibilità di parcheggio, abbiamo istituito il senso unico. Divieto di sosta anche nelle aree di manovra come di fronte via Faro, via Rinaldi.
2) i nostri spazi pubblici sono limitati, per questo è giusto dedicarne alcuni ai pedoni. Abbiamo istituito un'area pedonale in via Roma e l'abbiamo allargata in piazza Marina Grande, con l'intenzione di proseguire anche verso la Lingua, sempre lato case. Abbiamo istituito una ZTL nel primo tratto di via Vittorio Emanuele e il divieto di sosta  (8.00 / 18.00) nella parte più larga del Casale Principe Umberto. In via Giovanni da Procida, Chiaiolella, abbiamo allungato il periodo di divieto di sosta sulla strada.
3) per consentire ai cittadini di godere di tutto il territorio in alcuni momenti della giornata abbiamo stabilito divieti di circolazione dei veicoli per periodi sempre più lunghi e per fasce orarie che comprendono il tardo pomeriggio. L'obiettivo è stato quello di consentire passeggiate piacevoli nelle ore in cui ancora si possono fare acquisti ai negozi. 
La necessità degli spacchi del divieto dipende dal tempo lungo di questo provvedimento. Per limitare deroghe e permessi a cittadini che tante volte hanno ragione di chiederli, abbiamo pensato ai 30 minuti di interruzione in 2 momenti della serata per consentire gli spostamenti a chi non può far a meno dei veicoli. Con questi orari stabiliti, i pedoni possono organizzare le uscite approfittando dei momenti di blocco del traffico e i cittadini motorizzati possono fare altrettanto approfittando degli spacchi.
4) abbiamo incentivato l'uso delle bici elettriche prevedendo la loro circolazione nelle fasce di divieto. A tal proposito devo chiarire che è vero che le bici sono "veicoli", ma il Codice recita questa definizione anche per quelli a trazione animale, e <<a braccia>> (la carriola). Bisogna altresì considerare che lo stesso Codice definisce "utenti deboli della strada" i pedoni e i ciclisti, associandoli. Le biciclette ordinarie e quelle a pedalata assistita fino a 25 Km / h sono titolate a circolare nelle fasce orarie pedonali che forse, per precisione, dovremmo chiamare "fasce orarie per gli utenti deboli". Ciò non significa che le bici possano essere condotte senza rispetto degli altri, i ciclisti per primi devono osservare regole ben precise. I Vigili Urbani stanno frequentando assiduamente le scolaresche per spiegare bene questi concetti.
5) abbiamo istituito un numero maggiore di stalli di sosta per le persone a mobilità ridotta, nuovi parcheggi gratuiti per i ciclomotori e nuove zone a pagamento per le auto. Il principio che stiamo applicando è che chi occupa il suolo pubblico con un mezzo ingombrante come l'auto, deve corrispondere un rimborso alla comunità, da investire in mobilità alternativa.
6) per Marina Grande, il luogo di maggiore impatto del traffico per la quantità di attività commerciali e per il porto, stiamo cercando di portare avanti il progetto di realizzazione del parcheggio di via Libertà e stiamo lavorando ad ottenere un ultimo finanziamento per rendere carrabile l'area del cantiere del depuratore della Lingua dopo la realizzazione dell'infrastruttura.
7) c'è ancora da lavorare per ottenere servizi pubblici più efficaci: stiamo cercando le risorse economiche per l'istituzione di uno scuolabus, per esempio. Con EAV stiamo pensando ad ulteriori potenziamenti del servizio come il raggiungimento della zona Lingua di Marina Grande e un miglioramento dei mezzi e della frequenza. Un anno fa, con la sperimentazione democratica delle circolari, provammo anche ad aumentare il numero di corse con una modifica dei percorsi, ottenendo, però, la bocciatura degli utenti.

Tutto quanto detto dimostra che il nostro agire non è frutto dell'improvvisazione, ma di un piano teso a disincentivare l'uso dell'auto e più comodi gli spostamenti con mezzi alternativi. Non so se si può definire Piano Traffico, occorrerebbe pagarlo lautamente per dargli questa qualifica. Invece il nostro è gratis, per di più portato avanti a mani nude in un periodo storico in cui il Comune di Procida, per le implicazioni del Dissesto che ci hanno lasciato, non può neppure permettersi un Comandante dei Vigili. Un ringraziamento va agli agenti di Polizia Municipale che insieme a noi si stanno accorciando le maniche. E un ringraziamento a tutti quei cittadini che comprendono i nostri sforzi tra le mille difficoltà e ci motivano ad andare avanti. Non siamo ad un livello ancora soddisfacente, ma c'è il nostro impegno a proseguire il percorso.

Domenica 23, fascia oraria per gli utenti deboli della strada, dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00

giovedì 20 aprile 2017

A Procida è urgente intervenire sulla mobilità pubblica

 Marina Grande quando era invasa dalle auto

E’ ormai convinzione di tutti che il problema della mobilità pubblica a Procida è uno dei  problemi più grossi che da anni attanaglia il paese. Pertanto è urgente intervenire  per migliorare la viabilità e la vivibilità sull'isola.
Gli interessi  pubblici della collettività si scontrano con quelli individuali; tutti soffrono ma sembra che pochi siano disposti a rinunziare all’auto, al motorino, al parcheggio sulle strade, i più ritenendo il diritto alla mobilità e al parcheggio un diritto inviolabile. La qualcosa non è.
La piazza a Terra Murata, un autorimessa a cielo aperto
La mobilità, oltre a sottostare al codice stradale, deve armonizzarsi con la vivibilità, con la dimensione delle strade  e con i diritti dei pedoni. Quando mi venne raccontato il triste incidente di un anziano di 86 anni, letteralmente schiacciato al muro da un camioncino in via Principessa Margherita, ho provato un dolore fortissimo al pensiero che  la nostra gente debba subire tale sorte infame. 

Un angolo di grande valore architettonico e storico
Gli incidenti, infatti, sono continui e alcuni anche molto gravi. Ultimamente l’incidente di un ciclista ci ha fatto tremare tutti, tanto che va ripensata anche   la circolazione indiscriminata della biciclette, diventata molto pericolosa prima di tutto per chi guida la bici: non esistono, infatti, piste ciclabili ed è illusorio pensare che domani possano esserci, avendo strade che sono tre metri di larghezza prive di marciapiedi e di corridoi pedonali.

Via San Rocco, unica strada antica con marciapiedi
Grave inoltre è il problema del parcheggio sulle strade. Da anni  è diventato consuetudine parcheggiare la propria auto o il proprio motorino sulla strada. Stiamo cercando di far capire ai cittadini che tale consuetudine è stata un’imprudenza e che essa va corretta con l’introduzione di strisce blu e solo in determinati tratti.
Le piazze vanno intanto liberate dalle auto e restituite alla vita sociale della popolazione. Esse hanno una funzione  importantissima, sono gli spazi di aggregazione dove i cittadini devono potersi ritrovare serenamente. Ridurle ad autorimesse a cielo aperto è stato un errore, e bisognerà quindi correggere anche questa abitudine e convincere i cittadini  ad operare un’inversione di tendenza.

Via Marcello Scotti
Ho visto ultimamente con quanta fatica gli abitanti del Casale di via Principe Umberto hanno accolto la decisione  amministrativa di liberare  la piazza di tale Casale dalla auto.
Capisco però che coloro che sono stati abituati da tempo ad occupare tranquillamente il suolo pubblico senza pagar pedaggio, oggi non vogliono accettare tali nuove disposizioni. 
Tuttavia penso che ogni cittadino deve saper anteporre il bene comune al bene individuale. In quanto Sindaco ho il dovere  morale e civico di aiutare la cittadinanza  a prendere coscienza del grande valore che è il bene comune della collettività, all’interno del quale dovranno rimodularsi le esigenze e la fruizione dei  diritti dei   singoli cittadini.

Piazza dei Martiri liberata dalle auto e dai motorini
Per questo stiamo praticando una politica di passi graduali, onde permettere al cittadino di  maturare una visone delle cose più collettiva, anche perché il numero delle auto e dei motorini è cresciuto vertiginosamente in questi ultimi decenni, ed è pura follia pensare che su 3,7 Kmq,  con strade limitate in larghezza, si possa usufruire indiscriminatamente  di tali numerosi veicoli.
Molti, forse, non sanno che una strada per essere adibita al traffico deve avere marciapiedi idonei e  corridoi pedonali. Ma  volendo creare marciapiedi e corridoi pedonali dovremmo chiudere la maggior parte delle strade al traffico.
Unica alternativa praticabile oggi è quella di limitare la sosta e lo scorrimento sulle strade, creando fasce orarie aperte al traffico e fasce orarie pedonali, creando zone a traffico limitato ai soli residenti, liberando le piazze e i casali dalle auto e rendendo in tal modo  l’auto e il motorino strumenti di uso straordinario e non strumenti di uso ordinario.
Ho ricevuto molti ringraziamenti per le fasce orarie pedonali adottate durante il periodo pasquale e molti mi hanno sollecitato a riproporle non solo in estate ma, almeno, ogni domenica.
Infatti vogliamo rendere più vivibile l’isola ogni domenica e ogni festività, con fasce orarie pedonali dalle 10,30 alle 13 e dalle 17 alle 20. A luglio e agosto poi amplieremo tali fasce orarie pedonali tutte le sere dalla 19 alle 21, dalle 21,30 alle 24, e dalle 24,30 alle 04,00.
Inoltre, tutta la Marina Grande sul lato prospiciente alle abitazioni e al commercio diventerà pedonale ed anche il tratto di via Vittorio Emanuele che va da San Leonardo al Porto. Ugualmente, da adesso fino a settembre diventerà zona a traffico limitato con divieto di parcheggio  il tratto di via Giovanni da Procida che va  dal Lungomare Cristoforo Colombo fino alla Marina Chiaiolella.
E’ certamente un processo di rieducazione che dobbiamo condividere insieme e portarlo avanti, sapendo tutti accettare qualche sacrifico per un bene più grande. 
Sono convinto che la ragionevolezza e il buon senso alla fine prevarranno e la nostra vivibilità ne acquisterà in serenità.

Il Sindaco Raimondo Ambrosino


sabato 15 aprile 2017

Parla il Sindaco: la questione dissesto economico





Sindaco, girano voci allarmistiche circa la situazione economica del nostro Comune e sull’intransigenza della Corte dei Conti. Vuole dirci un po’ la situazione reale su questo aspetto che da un po’ ci tiene col fiato sospeso?
Purtroppo sono costretto a ripetere quanto già ho detto nel passato. Ma ho il dovere di dirlo perché nell’ultimo incontro con la Corte dei Conti la tensione è cresciuta relativamente al piano di riequilibrio presentato per gli anni 2013-2014-2015. È cresciuta perché quel piano, da noi all’epoca bocciato quando eravamo in Minoranza, oggi ricade sulla nostra Amministrazione e la Corte dei Conti chiede a noi il rendiconto del mancato incasso di quei 7 milioni di euro di disavanzo allora dichiarati.
La Corte dei Conti non riconosce che quel piano e il mancato riequilibro è dovuto essenzialmente ai precedenti Amministratori?
Si lo riconosce, ma per la Corte dei Conti è il Comune a dover sempre dare le risposte alle sue richieste, indipendentemente da chi amministra. Per la Corte dei Conti c’è continuità amministrativa, per cui se un Amministratore crea un grosso debito e non viene riconfermato dai cittadini, è la nuova Amministrazione che dovrà accollarsi quel debito e pagarlo, pena la dichiarazione del dissesto.
Forse in questo senso lei dice che la tensione è cresciuta tra l’Amministrazione e la Corte dei Conti?
Sì esattamente. La Corte dei Conti è come se dicesse: “l’Amministrazione precedente ha presentato un piano di riequilibro nel 2013, ma, poiché questo piano non è stato attuato, ora chiediamo a voi di riparare questa mancata attuazione del riequilibro e se non riuscirete a farlo, il Prefetto può imporvi il dissesto”.
Conti alla mano, che cosa vi contesta la Corte dei Conti?
Ironia della sorte ci contesta che il piano di ammortamento proposto dalla Giunta Capezzuto e per il quale noi votammo contro, non ha generato il risanamento. Tale mancanza viene addebitata a noi, nonostante abbiamo fatto presente che, insediandoci il 2 giugno 2015, non abbiamo solo trovato i 7 milioni di euro ma addirittura altri 17 milioni di massa passiva, per i quali abbiamo presentato il piano di riequilibro in 30 anni. In un solo anno e mezzo siamo riusciti a recuperare 2 milioni e 300.000 Euro tagliando spese e riducendo servizi.
Ma in che modo l’Amministrazione precedente prevedeva di coprire quei sette milioni?
Con le vendite del patrimonio: porto, case, giardini. Sperava di coprire almeno 6 milioni di Euro e poi il resto con altre soluzioni. In realtà quando hanno lasciato la guida del paese non avevano riequilibrato niente, anzi. I debiti si erano aggravati di altri 17 milioni di Euro. Come sappiamo tutti le vendite non sono espedienti sicuri. Spesso le aste vanno deserte per cui non riuscirono a coprire il disavanzo e anche noi, subentrati a giugno, abbiamo fino ad oggi recuperato solo le briciole. Pertanto rischiamo il dissesto pur non essendone responsabili.
Questo naturalmente mette in allarme la popolazione.
Siamo tutti in allarme, anche perché ci dispiace molto che questa tegola cada in un momento in cui si cominciano a vedere i primi frutti di una politica di grande rigore, che ci permette oggi di mantenere gli impegni fondamentali come il pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali.
Non c’è verso di uscire da questo pericolo?
Unica speranza ci viene offerta dalla legge che prevede di presentare un nuovo piano di riequilibrio entro il 31 maggio. In tal caso noi potremmo spalmare questi 7 milioni di euro in 30 anni insieme ai 17 milioni che abbiamo trovato e di cui non siamo responsabili.
Tra quando si saprà il responso della Corte dei Conti?
Fra una ventina di giorni. Speriamo di poter avere questa chance del 31 maggio.

da VivereProcida

giovedì 13 aprile 2017

Procida: la situazione di Terra Murata

Procida: Terra Murata vista da Pizzaco
Sindaco l’isola ha oggi qalche possibilità di provvedere alla risoluzione di problemi urgenti?
Per i problemi strutturali dell’isola, per i progetti culturali, bisogna candidarsi ai fondi regionali ed europei che sono finalizzati esclusivamente a progetti ben definiti e non possono confluire nel risanamento.
Tra i problemi più urgenti c’è sicuramente quello del pericolo di crolli sulla collina di Terra Murata che sostiene Palazzo d’Avalos, l’Abbazia  di San Michele e tutto il nucleo abitativo, compreso l’ex Conservatorio delle Orfane.
Sì, è ormai risaputo che le continue erosioni marine stanno mettendo in pericolo l’intera collina di Terra Murata dove è concentrato un patrimonio storico e architettonico di inestimabile valore. Per cui abbiamo pensato che era importante agire chiedendo finanziamenti urgenti, in quanto il lavoro da effettuare è di grossa portata. Si tratta infatti di un intervento ingegneristico che richiede una progettazione adeguata di alto livello professionale con una oculata e necessaria consulenza geologica.
Ma il Comune di Procida non dispone questi fondi per tale progettazione.
Sì al momento è così, per cui abbiamo dovuto “aggirare l’ostacolo” ricorrendo al Fondo di Rotazione Regionale, messo a disposizione dei Comuni e degli Enti per pagare i progetti.
Ci può spiegare un po’ meglio la funzione di questo Fondo di Rotazione?
La Regione prima di assegnare fondi per un progetto di salvaguardia del territorio vuole che nei dettagli tale progetto espliciti le fasi di lavorazione e di ultimazione con i relativi pareri scientifici e tecnici. Un progetto dunque esecutivo a tutti gli effetti e non solo enunciato. Questi piani richiedono somme ingenti che spesso mancano ai Comuni. Perciò è la Regione, attingendo al suddetto Fondo di Rotazione, a finanziare il progetto. Dopo il primo “via libera” esecutivo, il Comune candida il proprio progetto al finanziamento dei lavori e delle relative spese per la progettazione. Ottenuto l’accredito, la Regione recupererà la parte del Fondo di Rotazione attribuita al Comune e la metterà a disposizione di altri Comuni. Da qui il nome “Fondo di Rotazione”.
Ma i finanziamenti non vengono dalla Regione?
No, per questi obiettivi di grossa portata e di salvaguardia ambientale sono previsti finanziamenti europei per attribuire i quali si prendono in considerazione solo i progetti realmente esecutivi.
Voi avere candidato quindi il progetto della salvaguardia della Collina di Terra Murata al Fondo di Rotazione?
Sono state presentate 1900 richieste. La Regione ha steso una graduatoria relativa all’urgenza delle richieste. La nostra si è collocata al 380.mo posto. Fino ad oggi ne hanno finanziate 210, speriamo che nel prossimo finanziamento potremo rientrare anche noi.
L’Assessore alla Regione sostiene il nostro progetto?
È stato sull’isola, si è reso contro dell’urgenza e ci ha assicurato che accederemo a questo Fondo di Rotazione. Bisognerà rinforzare tutta la collina da Palazzo d’Avalos all’Abbazia con una grande piattaforma marina sulla quale poi saranno collocate le infrastrutture di rinforzo. E la piattaforma, una volta completata l’opera, costituirà anche una passeggiata pedonale.
Nell’opinione pubblica si dice spesso che l’Abbazia è Comunale e che il Comune ha il dovere di provvedere al suo recupero.
La Chiesa non è di proprietà del Comune, appartiene alla Agenzia del Demanio. E quando si parla di Agenzia del Demanio non bisogna confonderla con il Demanio naturale costituito da pezzi di territorio, coste e porti, alcuni gestiti dal Comune e altri dalla Regione. Noi per esempio gestiamo le spiagge, mentre i porti sono gestiti dalla Regione.
Qual’è allora la differenza fra il Demanio naturale e l’Agenzia del Demanio a cui appartiene la chiesa di San Michele?
L’Agenzia del Demanio è un’agenzia statale autonoma, entrata in funzione dopo il 1999 e si occupa del Demanio accidentale. È lei che dovrebbe provvedere all’Abbazia.
Quindi non spetta a voi provvedere al restauro dell’Abbazia?
Non spetta a noi, ma poiché essa è parte viva della nostra tradizione, noi ci siamo fatti carico di richiedere tramite l’ANCIM (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) un fondo  per restaurare la chiesa e per creare una piscina comunale.
E per il restauro del Palazzo D’Avalos?
Anche per il Palazzo d’Avalos, che è diventato di proprietà comunale sotto condizione, abbiamo fatto richiesta al Fondo di Rotazione Regionale, ma poiché esso non è stato ritenuto un progetto urgente si è classificato al 1800mo posto. Pertanto dobbiamo provvedere autonomamente se vogliamo far avanzare il progetto approvato dal Ministero e preparato dall’architetto Rosalba Iodice.
Ci sono novità a riguardo?
Dal punto di vista di finanziamenti pubblici o privati non ci sono ancora novità. L’unica notizia importante – che presto diventerà pubblica – è il piano particolareggiato che l’architetto Iodice sta preparando, ossia un piano urbanistico che definirà nei dettagli la destinazione d’uso di tutto il complesso carcerario, punto per punto, in corrispondenza del piano generale di valorizzazione. In tal modo si potrà effettuare una lottizzazione negli investimenti e questo speriamo ne possa portare alcuni finalizzati non all’intero complesso ma solo ad una parte di esso. Le visite guidate che ormai sono cominciate, come pure le convenzioni con i Tour Operator avranno anche la funzione non secondaria di tenere sempre accesi i riflettori su questo monumento di notevole importanza storica e architettonica.
da Vivere Procida

Procida: EVITIAMO IL DISSESTO!

Procida: La Casa Comunale Una ventina di giorni fa, il Ragioniere mi ha chiesto di dichiarare il dissesto. <<Enzo, ma stai ...