domenica 28 maggio 2017

Quale Identità per l’isola di Procida?

Procida, Terra Murata con il palazzo d'Avalos


Nel primo punto del nostro programma amministrativo che abbiamo presentato agli elettori nel maggio del 2015  si parla di IDENTITA’ come risorsa fondamentale del nostro futuro.  Parlavamo esplicitamente di “Identità scevra di provincialismo e aperta al mondo come nella nostra tradizione marinara.”
Come si può favorire la messa a fuoco di questa nostra identità?
Prima di tutto renderci conto del grande patrimonio culturale, storico e architettonico  che abbiamo ereditato per preservarlo e conservarlo, onde lasciarlo alle generazioni future accresciuto anche del nostro contributo.
Le nostre architetture, i nostri giardini, la memoria della nostra storia, la sua antica tradizione marinara devono essere al centro dell’interesse dei cittadini, i quali devono sentirsi tutti impegnati a preservarli, curarli e valorizzarli. E in questo penso sia fondamentale il rapporto del Istituzione Comune con le Istituzioni Scolastiche.
Da parte nostra,  sul piano architettonico, ci siamo impegnati a far rispettare il Piano Colori, anche perché ci eravamo resi conto che non tutti i cittadini avevano recepito l’importanza di esso. Per cui oggi chi deve occupare suolo pubblico per una ristrutturazione deve presentare al Comune anche la scheda colore che illustra l'intervento da eseguire.
Sappiamo tutti che l’architettura procidana è oggetto di studio nel mondo accademico ed essa rende conoscibile Procida anche all’estero e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Ma sappiamo pure che dopo gli anni 60, con il boom economico, si è creata una discontinuità tra nel modo di curare l’architettura delle nostre case, sono invalse tecniche dirompenti che spesso mal si conciliavano con la conservazione di quelle caratteristiche tipiche delle nostre case, per cui si sono avuti veri e propri stravolgimenti sia nei colori, sia nelle forme, sia negli infissi, senza voler parlare dell’abusivismo che ha tolto molto verde all’isola anche lì dove il piano paesistico lo vietava.
Oggi è fondamentale riconoscere il patrimonio architettonico come un bene comune da difendere, e qui penso sia necessario che le associazioni, i gruppi di  quartiere,  entrino con più attenzione in questa realtà  per difenderla da chi  invece persegue strade individualistiche senza attenzione per il patrimonio collettivo. 
Parlavamo di un’identità scevra dal provincialismo e aperta al mondo. Ebbene su questo aspetto dobbiamo molto lavorare. Non  possiamo accontentarci di sagre e di campanilismi. Lo stesso discorso delle “grancie” diventa pericoloso se ci rinchiude in quella tentazione  di piccole frammentazioni, completamente fuori della storia in un isola di soli 3,7 kmq.
L’evento del Venerdì santo, nonostante  alcuni aspetti che andrebbero migliorati, è un evento di portata nazionale ed internazionale, perché esso esprime l’unitarietà dell’isola, su un tema come quello del dolore che tocca la sensibilità dell’uomo di tutti i tempi. Di qui la sua continuità e il suo rinnovarsi di anno in anno.
Esso è certamente parte della nostra identità, scevra di provincialismo e aperta al mondo
Dobbiamo superare la tentazione di guardare solo il piccolo quartiere dove si affaccia la nostra casa, e sentirci insieme cittadini del mondo, come lo sono stati i nostri avi, i quali, per questo atteggiamento di apertura,  hanno realizzate opere durevoli ed utili. Non possiamo dimenticare il grande contributo che la marineria di Procida ha dato alla marineria italiana,  oppure la costituzione  del Pio Monte dei Marinai, esempio di avanguardia  in campo di assistenza  e tante altre opere nate  dalla capacità di Procida di interfacciarsi, senza svendersi,  con istituzione esterne all’isola, perché sapeva bene che  l’isolamento avrebbe significato impoverimento e morte sociale.
Per cui anche oggi occorre superare la tentazione che sempre interviene in tempi di crisi, ed oggi è crisi nel paese soprattutto economica, di rinchiuderci nel provincialismo delle nostre  piccole contrade  e pensare in tal modo di salvare la nostra identità.
Ricordiamo ancora  che quando la marineria a vela andò in crisi, i procidani, lungimiranti,  aderirono ad un piano nazionale di riconversione della Marineria a vela nella marineria a motore e pertanto furono fra i primi  in Italia a progettare  la scuola Nautica onde preparare i nostri giovani a dirigere le nuove navi a motore.
Quindi è necessario inserire sempre la nostra vita sociale, economica e culturale  in una visione nazionale ed internazionale. E oggi, proprio perché viviamo una grossa difficoltà  a livello economico, occorre più che mai definire ed affermare quella identità che sempre più renda Procida fonte di interesse culturale, artistico, storico. La presentazione del libro del prof. Salvatore di Liello che avverrà nei prossimi giorni sarà un evento importante che va proprio in questa direzione, anche perché ci aiuterà a capire sempre meglio il valore della nostra architettura e della nostra storia e di quanti scempi sono stati operati nel passato.
Non dimentichiamo che scrittori di fama internazionale hanno visitato i nostri luoghi traendo ispirazione per le loro opere. I primi visitatori  all’inizio del novecento sono stati cittadini eruropei, in prevalenza francesi, perché avevano conosciuto l’isola nelle pagine di Lamartine. Negli anni 50 poi, la comparsa del romanzo “L’isola di Arturo” della grande scrittrice Elsa Morante, un libro che ancora oggi è uno dei più venduti nel mondo,  e ha reso Procida  luogo mitico richiamando  interessi culturali ed artistici da ogni parte del mondo. Per questo abbiamo ritenuto necessario fare ogni sforzo per celebrare degnamente il nome della Morante e il suo legame con la nostra isola.
Oggi, poi,  si apre lo scenario nuovo sul futuro di Terra Murata e del palazzo d’Avalos, impresa più che ardua,  che si potrà realizzare solo nel rapporto  con istituzioni nazionali ed internazionali. Ma dobbiamo tutti prendere coscienza che in quelle mura è condensata la nostra storia,  per cui dobbiamo fare insieme ogni sforzo perché  quella storia torni a parlare ai nostri cuori e a quelli che sentiranno di legarsi idealmente al futuro della nostra amata Procida.
E’ nella nostra identità sapere che  Procida è un bene dell’umanità per cui è un dovere di ogni cittadino custodire questo bene, curarlo, valorizzarlo, promuoverlo facendone un luogo in cui bellezza, vivibilità e sviluppo possano incontrarsi per il benessere dei suoi cittadini e di quanto vorranno visitarci
Sono convinto che se riusciamo ad accantonare ogni forma di provincialismo deleterio, ogni miopia individualistica ,  se indirizzeremo le nostre forse per obiettivi grandi, migliorerà anche la qualità della vita per noi procidani, apprezzeremo le limitazioni del traffico sulle strade, favoriremo un trismo qualificato ma soprattutto vivremo meglio tutti.

Il Sindaco Raimondo Ambrosino

giovedì 18 maggio 2017

Economica e territorio: Lettera del Sindaco


Procida e sullo sfondo Ischia
Cari Concittadini,
devo mettervi al corrente  della decisione ultima, sul piano economico di risanamento del Comune di Procida, deliberata nel Consiglio Comunale del 9 maggio 2017. Delibera approvata a maggioranza con l’astensione della Minoranza.
Come tutti  voi sapete, nonostante sia emerso all’indomani della mia elezione a Sindaco, nel giugno 2015,  un ammanco di notevoli dimensioni tale da paventare la possibilità del dissesto finanziario, la Corte dei Conti, ci ha dato fiducia, comprendendo che non eravamo stati i responsabili di tale situazione e  permettendoci di spalmare, secondo una nuova disposizione di legge,  il grande debito accumulato, negli anni trascorsi, sui prossimi 30 anni.
Ultimamente, però, la Corte dei Conti, evidenziando la mancata attuazione del  piano di riequilibrio, presentato nel 2013 dall’Amministrazione precedente,  che prevedeva il recupero di 7 milioni di euro di massa passiva entro il 2019, con entrate straordinarie provenienti da vendita di beni immobili e dalla ulteriore vendita delle quote comunali della Societa “Marina di Procida”, dava ugualmente disposizioni per l’attuazione della procedura di dissesto per il Comune di Procida
In un rapporto di collaborazione  e di trasparenza abbiamo cercato, allora, di far comprendere ai Magistrati della Corte che eravamo disposti ad assumerci l’onere di tale ulteriore  debito, di cui non eravamo responsabili, chiedendo però  che esso fosse spalmato sui 30 anni così come era avvenuto per la precedente somma di 17 milioni di euro.
La Corte dei Conti pur non avendo annullato l’avvio del procedimento di dissesto, ha accolto il nostro nuovo piano di riequilibrio che secondo la legge andava presentato entro il 31 maggio 2017. Cosa che noi abbiamo fatto con notevole anticipo con la delibera di Consiglio Comunale del 9 maggio scorso.
Logicamente non potevamo presentare  un recupero attraverso modalità straordinarie come avevano fatto i nostri predecessori, rivelatesi tra l’altro inefficaci, ma abbiamo adottato la stessa misura preventiva messa in atto  per i 17 milioni di euro, ossia facendo calcolo su misure ordinarie di risparmi sulle spese correnti e  facendo influire il risultato di alcune vendite solo per una piccola parte.
In tal modo abbiamo rinunciato a vendere le quote comunali della Società “Marina di Procida”, lasciando così  la presenza comunale nella gestione del porto, come desiderava la maggior parte dei procidani.
Certamente si prospettano anni di impegno collettivo non proprio facili con la rinuncia a tanti servizi, e con un organico della casa comunale ridottissimo, non potendo assumere altro personale, nel momento in cui  si avviano i pensionamenti.
Ora attendiamo responso della Corte dei Conti, augurandoci che esso possa essere positivo, anche perché abbiamo già operato una correzione strutturale del bilancio che ha portato i suoi frutti positivi in questi primi due anni.
Ringrazio tutti quei cittadini  che responsabilmente hanno compreso  la gravità della situazione nella quale stiamo operando, condividendo i sacrifici fatti e quelli futuri, nella unica e sola prospettiva del bene comune, di quel bene comune che è il fondamento di una gestione comunale corretta, oculata e trasparente delle risorse economiche dei cittadino.


Un saluto cordiale a tutti, il Sindaco Raimondo Ambrosino

domenica 14 maggio 2017

Bene comune e bene relazionale: due realtà che si intersecano

"Operazione Primavera":nn momento di pausa e di dialogo

“In questi ultimi anni si ha la netta sensazione  che nella società occidentale siano venute meno le "competenze relazionali" più  elementari e scontate; quelle che riguardano la paziente attitudine all'ascolto, la capacità di mettersi nei panni dell'altro, la disponibilità a condividere e ad essere solidali.
"Competenze" da cui dipendono non solo i nostri rapporti con gli altri, ma anche la nostra felicità personale, la nostra salute mentale, la nostra capacità di affrontare la realtà e di adattarci creativamente ad essa.
Competenze relazionali che gli adulti mostrano di avere ormai disimparato e che le nuove generazioni stentano forse ad acquisire in modo del tutto compiuto.
L'inizio del nuovo millennio, in definitiva, trova l'uomo prigioniero di una arida solitudine che lo rende "orfano" della relazione con l'altro, privo di quella "compagnia" che sola sa dare significato e sostegno ai suoi passi....Se la cultura moderna ci ha fatto scoprire l'individuo sostenendone l'affermazione in ogni ambito della vita sociale...è ora giunto il momento di affermare la centralità della relazione con l'altro, la necessità che gli uomini imparino a riconoscersi reciprocamente.”

Pietro A. Cavaleri




da Pietro A. Cavaleri, Vivere con l'altro,per una cultura della relazione, Città Nuova 2007

sabato 6 maggio 2017

Divieto di sosta nel Casale Principe Umberto

Una meravigliosa vista dal'alto del Casale Principe Umberto


Particolare dell'antico Casale con il ripristino dell'antico basolame


Casale Principe Umberto, Procida. Palazzata difensiva costruita tra il '400 e il '500. Per sottolinearne il grande valore storico abbiamo rifatto in basolato la stradina di accesso. Sono appena conclusi i lavori della CPL Concordia: lì dove prima c'erano i cassonetti interrati e un manto di asfalto logoro, oggi ci sono le pietre vesuviane, patrimonio del nostro Comune.
Ci sarà possibilità di sosta solo nel primo tratto, per agevolare persone a mobilità ridotta e fermate brevi. Nella parte larga, dall'ingresso del Casaliello, divieto di sosta dalle 8.00 alle 18.00.

Le antiche pietre vesuviane

venerdì 5 maggio 2017

Vivere nel rispetto gli uni degli alri

Il rapporto con le Istituzioni scolastiche è una priorità amministrativa

Sento necessario per Procida un passo di civiltà nuova: superare il pensare individualmente e cercare insieme il bene comune. Crescere insieme con passione e determinazione, non in vista degli interessi personali, ma in vista di quel benessere che deve potersi offrire a tutti. Noi politici, chiamati democraticamente ad amministrare il paese, possiamo fare qualcosa, ma senza la crescita della dimensione  relazionale fra tutti non raggiungiamo l’obiettivo del bene comune. Se vogliamo il cambiamento dobbiamo metterci tutti in gioco. Dobbiamo diventare comunità. Oggi non lo siamo ancora. E’ un sogno, ma occorre sognare se vogliamo fare qualche passo in avanti. Ebbene immagino un paese ideale dove, per esempio, non ci sia bisogno dei vigili urbani, perché ognuno rispetta le regole e non fa il furbo a scapito degli altri. E’ questo che io vorrei per Procida e per tutti i procidani, un paese dove si possa vivere nel rispetto l’uno dell’altro e crescere insieme,  guardando insieme i problemi.


Raimondo Ambrosino

da Vivere Procida 

Procida: EVITIAMO IL DISSESTO!

Procida: La Casa Comunale Una ventina di giorni fa, il Ragioniere mi ha chiesto di dichiarare il dissesto. <<Enzo, ma stai ...