“In questi ultimi anni si ha la netta
sensazione che nella società occidentale siano venute meno le "competenze
relazionali" più elementari e scontate; quelle che riguardano la
paziente attitudine all'ascolto, la capacità di mettersi nei panni dell'altro,
la disponibilità a condividere e ad essere solidali.
"Competenze" da cui dipendono non solo i nostri rapporti con
gli altri, ma anche la nostra felicità personale, la nostra salute mentale, la
nostra capacità di affrontare la realtà e di adattarci creativamente ad essa.
Competenze relazionali che gli adulti mostrano di avere ormai disimparato
e che le nuove generazioni stentano forse ad acquisire in modo del tutto
compiuto.
L'inizio del nuovo millennio, in definitiva, trova l'uomo prigioniero di
una arida solitudine che lo rende "orfano" della relazione con
l'altro, privo di quella "compagnia" che sola sa dare significato e
sostegno ai suoi passi....Se la cultura moderna ci ha fatto scoprire
l'individuo sostenendone l'affermazione in ogni ambito della vita sociale...è
ora giunto il momento di affermare la centralità della relazione con l'altro,
la necessità che gli uomini imparino a riconoscersi reciprocamente.”
Pietro A. Cavaleri
da Pietro A. Cavaleri, Vivere con l'altro,per una cultura della relazione, Città Nuova 2007
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